Progetto Task 21 - Hackathon pedagogico internazionale al DiSFor

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Martedì 13 aprile 2021, le studentesse e gli studenti del CdLM in Scienze pedagogiche e progettazione educativa sono stati protagonisti dell’evento internazionale Hackathon svoltosi nell’ambito del progetto di ricerca  Erasmus+ Task 21, EdTech & AI: Creating pedagogical material for the 21st century che vede coinvolto il corso di Metodi e tecniche di progettazione, organizzazione e ricerca educativa, condotto dalla docente Raffaella Strongoli, in una sperimentazione didattica pilota sui temi della flipped classroom.

Studentesse e studenti dei corsi di laurea in pedagogia e in intelligenza artificiale provenienti da Portogallo, Brasile, Norvegia, Svezia e Francia, hanno lavorato con quelli dell’Università di Catania, in gruppi eterogenei, su temi sfidanti legati alla necessità di ripensare gli approcci didattici classici nel contesto della pandemia da covid19: un’esperienza internazionale di alto respiro formativo che ha consentito loro di attivare il circuito virtuoso tra teorie e prassi.

Il progetto, con il coordinamento scientifico del prof. Emanuele Coco, è frutto del lavoro dei proff. Di Nuovo, Tomarchio, Strongoli, Pillera, Castellano e Todaro

Auguro a tutti i miei colleghi, presenti e futuri, un’esperienza internazionale come questa!” (Valentina)

Inizialmente ero un po' in ansia poiché non avevo mai fatto nulla di simile prima, e pensavo di poter avere maggiori difficoltà anche con la lingua. Invece il confronto mi ha resa più sicura delle mie capacità e mi è servito per capire che magari a volte ci poniamo dei limiti che non esistono; mi ha fatto credere un po' di più in me stessa” (Giorgia)

“È stato un viaggio all’insegna della scoperta delle proprie competenze e di quelle altrui; immersi in un melting pot di persone, tra studenti e docenti, abbiamo navigato in un mare estremamente stimolante: diverse prospettive, diverse modalità di approccio ai problemi e diverse soluzioni sono state fondamentali ai fini di un arricchimento in termini sia prettamente professionali che più ampiamente personali….Il mettersi in gioco in qualcosa che ci espone al rischio del fallimento è risultato estremamente motivante: il modus operandi tradizionale impone una limitazione dello spazio creativo per paura della risposta sbagliata, ma in realtà, proprio con Hackathon, ho capito che l’accettazione del rischio, del fallimento, dell’errore sono le condizioni entro le quali poter essere aperti verso sé stessi e verso le proprie idee, lasciandole libere di fluire e non ingabbiandole in parametri precostituiti” (Carlotta)

Di questa sfida mi resta la grande condivisione e il confronto che noi, studenti sconosciuti di culture, lingue e interessi diversi, siamo stati in grado di creare in poco tempo; tutto ciò intriso dalla grande capacità di inclusione che ognuno di noi ha manifestato verso l'altro, riuscendo a decostruire la concezione del non sentirsi all'altezza, non sentirsi in grado di... che più apparteneva a me stessa. È  stata una piccola dose di coraggio, autostima e condivisione di idee e vite diverse” (Benedetta)

 


Data di pubblicazione: 20/04/2021