Fondamenti e metodi dei processi formativi

Cicli XVI - XXIV
Coordinamento:
XVI ciclo Santo Di Nuovo
Dal XVII al XXIV ciclo Maria Tomarchio
 
Il dottorato Fondamenti e metodi dei processi formativi risponde all’esigenza di formare ricercatori/operatori in un settore la cui rilevanza è resa evidente dalle profonde trasformazioni del mercato del lavoro, dalla nascita di nuove professioni e dalla evoluzione di professioni già consolidate ma che devono adeguarsi alle condizioni di globalizzazione e internazionalizzazione dei mercati; nonché dalla necessità di flessibilità e di capacità di riconversione in itinere dei ‘nuovi lavoratori’, allorquando le condizioni contestuali lo richiedano.
Scopo del Dottorato proposto è la formazione di personalità scientifiche dotate di specifiche, aggiornate competenze nel campo della metodologia di tutti quei processi formativi che, in una società in continua evoluzione e crescita culturale e scientifica, devono presiedere, dirigere e progettare la formazione permanente e l’aggiornamento di personale specializzato nei campi della fruizione dei beni culturali, dell’assistenza psico-pedagogica, della formazione professionale destinata sia all’insegnamento che all’inserimento nella realtà produttiva. L’arricchimento e la divulgazione delle conoscenze non possono più essere ricompresi ed esauriti all’interno dei sistemi di formazione tradizionali (scuola superiore ed università), né possono le competenze essere concepite come acquisite una volta per sempre: l’innovazione tecnologica, la mondializzazione dell’economia e della cultura pongono sempre nuove esigenze e necessità di conoscenze che richiedono un aggiornamento continuo. A questa domanda sempre più pressante di aggiornamento e circolazione delle competenze e delle conoscenze non ha fatto riscontro un’articolazione delle strutture formative tale da rispondere con agilità e flessibilità alle molteplici e variegate richieste di formazione da essa derivanti. I luoghi di elaborazione e diffusione di cultura tradizionali hanno strutture troppo rigide, stratificate esigenze e norme comportamentali, ed in genere una assai bassa o nulla competenza nella capacità della trasmissione e formazione continua, mirando più alla produzione delle conoscenze che alla loro efficace fruizione. Sicché spesso si viene a creare uno iato tra le capacità di innovazione teorica e le loro ricadute nel sociale, mentre il contatto con la ricerca si limita all’incontro che lo studente ha con l’istituzione universitaria durante il proprio periodo di studio.
Si avverte, pertanto, la carenza di una figura specializzata, di alto profilo professionale, che non si distingua soltanto per le sue competenze nel merito dei vari ambiti scientifici, quanto piuttosto per la sua capacità di concepire l’innovazione come occasione di formazione, che quindi sappia progettare e dirigere processi di aggiornamento e formazione nei vari contesti lavorativi e nei vari settori disciplinari con una metodologia adeguata alla loro fruizione efficace. Si tratta di una figura che non si ponga il compito di approfondire verticalmente un sapere di nicchia, alla ricerca di una iperspecializzazione settoriale, bensì di un esperto in grado percorrere itinerari interdisciplinari considerati dal punto di vista metodologico, al fine di individuare i percorsi formativi che ne permettano la fruizione anche in contesti che ormai stanno al di fuori dei luoghi tradizionalmente deputati alla formazione professionale.

Il dottorato non si propone la formazione di uno scienziato in un campo specifico, ma quella di uno specialista nei processi formativi che manifesti sicura padronanza di un’evoluta metodologia scientifica idonea alla loro progettazione (indipendentemente dallo specifico ambito disciplinare), al loro insediamento in contesti lavorativi e professionali diversificati e alla loro gestione efficace. Deve trattarsi, pertanto, di un dottorato che abbia una dimensione ‘umanistica’, cioè tale da fornire innanzi tutto i fondamenti dell’intellegibilità dei processi culturali innovativi, e che quindi metta in grado - con mirate incursioni in campi disciplinari diversi - di poter cogliere le peculiarità dei linguaggi settoriali per ricondurli metodologicamente ad un approccio unitario mirato alla loro trasmissione e fruizione. A tale fisionomia - prevalentemente orientata all’inserimento nel mondo del lavoro - si affianca anche una più specifica ed interna finalità scientifica, in quanto i dottorandi in formazione potranno costituire il fondamento per un successivo qualificato reclutamento di ricercatori e docenti sia in ambito universitario che in istituzioni scolastiche e/o aziendali. Le specifiche attività cui vanno formati i ricercatori in questo importante e delicato settore riguardano anche il counseling rivolto agli studenti e agli insegnanti delle scuole medie e superiori, in vista di una consapevole e matura scelta universitaria e/o professionale: attività di tipo interdisciplinare, in quanto sono richieste competenze derivanti dalle scienze filosofiche, storiche, pedagogiche, bio-psicologiche, statistiche, economiche e politico-sociali.

A conclusione del percorso formativo, i dottori in Fondamenti e metodi dei processi formativi dovranno esprimere:

  • chiara padronanza di strumenti e di strategie utili alla ricerca nel campo dei processi di apprendimento, di concettualizzazione scientifica e di valutazione delle procedure di controllo delle teorie elaborate nel contesto dei processi di formazione;
  • sicuro possesso di conoscenze che permettano la ricerca nel campo delle scienze cognitive;
  • consolidate abilità nella ricerca che trovino naturale sbocco scientifico e professionale sia in ambito universitario che presso Enti pubblici e privati.

Il dottorato Fondamenti e metodi dei processi formativi si avvale di importanti partnership, Enti pubblici e privati, per potenziare/qualificare le esperienze acquisite dal personale formato in ordine al loro possibile inserimento nei settori di specializzazione e per identificare opportuni sbocchi occupazionali.

Ultima modifica: 
14/11/2023 - 15:38